«Così insegno che l’amore può vincere»
DI DONATO VARUZZA (direttore Ufficio pastorale giovanile vocazionale)
Dovrei pregare Dio solo per avere una famiglia normale?». È l’atroce domanda che, a scuola durante un intervallo, un adolescente dal volto inferocito e marcato dalle lacrime
ha sbattuto di fronte al timoroso tentativo di dialogare. Un silenzio assordante dentro, interrotto dal suono della campanella, e la nuova consapevolezza di scorgere dentro i
giovani le loro storie familiari, storie comuni, diverse eppure sempre terribilmente uguali, affascinanti e opache, avvolte dalla sensazione di non volerne parlare.
È un copione già letto: oltre ogni silenzio, trasgressione, indecisione, oltre ogni corazza c’è un bisogno di essere ascoltati e accolti. Si potrebbe dir loro che si risolverà,
che passerà, che occorre rassegnarsi, ma non educherei; vorrei incoraggiarli a lasciare i “se” della vita – «se i miei mi dessero attenzione, se non fosse mai accaduto, se almeno riuscissero ad amarsi, se cercassero di capirmi, se si accontentassero» –, per dire un deciso sì alla realtà, la quale non è mai come l’abbiamo immaginata, ma è sempre lo spazio della possibilità, perché in Dio attraverso me l’amore può vincere. Ogni giorno numerose sono le occasioni per continuare a farlo: le iniziative degli Uffici diocesani di Pastorale giovanile e familiare pertanto non smettono di annunciare l’amore liberante e trasformante di Gesù. Ai giovani e alle loro famiglie, l’ardua sfida di ribaltare le situazioni per una nuova storia.
da “Avvenire” di Domenica, 1 dicembre 2019